sabato 25 maggio 2013

DISGRAFIA: QUANDO TUTTO DIVENTA ILLEGIBILE

Dopo due settimane di attesa, ecco l’articolo sulla disgrafia! Partiamo dalle attività svolte.
In molte si vede che la qualità della scrittura non è per niente buona. Il tratto non è sicuro, spesso mosso. Alcune lettere addirittura non si chiudono nemmeno! Per non parlare del mio (quello in rosso), dove le lettere sono scritte male e la grandezza varia. Alcuni hanno specificato che hanno dovuto scrivere piano, per cercare di rendere il tutto più bello ed, ovviamente, leggibile, evitando di commettere errori. Far usare il mouse, il quale non permette un perfetto controllo della penna/pennarello digitale (creando non poche difficoltà), aveva proprio l’intento di rendere difficile la realizzazione di una scrittura di qualità.
VELOCITÀ, LEGGIBILITÀ e QUALITÀ della scrittura sono i tre fattori da analizzare quando si vuole verificare se un soggetto è disgrafico e a che livello.
Ma che cos’è la disgrafia? È la difficoltà nella riproduzione dei segni grafici (lettere e numeri), in assenza di deficit intellettivi o neurologici (caratteristica quest’ultima che riguarda tutti i DSA).
Essa, quindi, non riguarda l’aspetto linguistico o le regole ortografiche e sintattiche (che rientrano nella disortografia), bensì ha a che fare con l’aspetto motorio e spaziale.
La mano dei disgrafici (soprattutto dei bambini) scorre con fatica sul piano di scrittura e l'impugnatura della penna è spesso scorretta. La capacità di utilizzare lo spazio a disposizione per scrivere (rispetto dei margini, spazio tra lettere e parole, mancato rimanere all’interno della riga) è, solitamente, molto ridotta. In alcuni casi la scrittura procede da destra verso sinistra. La copia di parole e di frasi è scorretta; quella dalla lavagna è ancora più difficile, in quanto il bambino deve portare avanti più compiti contemporaneamente: distinzione della parola dallo sfondo, spostamento dello sguardo dalla lavagna al foglio, riproduzione dei grafemi. Le dimensioni delle lettere non sono rispettate, la forma è irregolare, i legami tra le lettere risultano scorretti. Queste difficoltà si ripercuotono anche in altre materie, come la matematica, nella scrittura dei numeri, nel loro incolonnamento e nella realizzazione di tabelle o grafici (anche con il righello).
La scrittura risulta così incomprensibile, non solo per gli insegnanti, i genitori o gli educatori, ma anche per il bambino/soggetto stesso che non può nemmeno auto correggersi o leggere e studiare quanto da lui scritto. In più, il grande impegno sfocia in stanchezza e può portare crampi o dolori muscolari alla mano, accompagnati da frustrazione e rabbia nel vedere che gli altri compagni con meno fatica ottengono risultati nettamente migliori.
Anche in questi casi il nostro aiuto può essere determinante! Lo stargli accanto, con pazienza, incoraggiandolo e sostenendolo, è sempre un ottimo modo per spronarlo a provare. È possibile evitare di fargli scrivere tanto (i classici “riscrivi questa pagina” o “scrivi tutto l’alfabeto 10 volte” sono inutili, così non migliorerà), magari sgravandolo da verifiche composte da domande aperte o da compiti pieni di tabelle e grafici da disegnare. Permettere di utilizzare il computer in classe e per i compiti a casa è la soluzione migliore perché, in questo modo, il soggetto può concentrarsi su quello che sta scrivendo e non sul come.
Spero che abbiate compreso anche questo tipo di difficoltà e che l’articolo possa soddisfarvi. Ci sarebbero altre cose da dire. Ma queste informazioni sono sufficienti per comprendere tale disturbo.
Segnalo questo sito dedicato interamente a questo argomento http://www.disgrafie.com/
Condividete se pensate possa essere un articolo utile! Grazie! Ciao!
Ps: voglio ringraziare PAOLA SAVIOLA grafologa, rieducatrice della scrittura, esperta nel trattamento delle disgrafia, per alcune informazioni fornitemi e che, in parte, sono state inserite in questo articolo. Grazie!

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